Ilaria Nicita
Università Link Campus
Dalla campagna “Real Leather is Real Sustainability” all’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del Decreto Pelle: UNIC traccia un segnale di positività per il Made in Italy.
L’Unione Nazionale Industria Conciaria, più comunemente conosciuta con l’acronimo di UNIC, ha mosso passi da gigante nella comunicazione e tutela della Pelle italiana. Con l’intento di rendere noti i tanti plus del reparto conciario italiano è stata promossa, nell’ultimo periodo, una campagna dal messaggio chiaro e inequivocabile: “Real Leather is Real Sustainability”. Le immagini che vanno a corredare le parole d’impatto sono composte da sei concetti chiave: Organic, Bio, Sustainable, Recyclable, Plastic Free, Green che hanno tutte come comune denominatore la piena associazione nella Pelle Italiana.
Il punto focale della campagna è proprio quello di rafforzare e diffondere la conoscenza della pelle, un sottoprodotto dell’industria alimentare che, recuperato e trasformato in un materiale ad altissimo valore aggiunto, ha poi molteplici destinazioni d’uso: moda (pelletteria, calzatura, abbigliamento), automotive, arredo e design.
Come cita nello stesso sito dell’associazione: “la pelle italiana è la prima al mondo per valore, con una quota del 62%”, ed “è prodotta dal settore conciario che è composto da 1.200 aziende che danno lavoro a circa 18.ooo addetti”.
La campagna, nata in collaborazione con l’agenzia internazionale Spring Studios, ha la volontà di tracciare una linea chiara per comunicare, con trasparenza al consumatore finale, le caratteristiche base e indiscutibili del prodotto, definite con i termini di “Naturalità, circolarità, durabilità e creatività”.
Con uno spirito propositivo e dopo anni di battaglie, la determinazione dell’associazione ha portato a casa un risultato fondamentale in termini di comunicazione trasparente. Infatti, il giorno 28 maggio 2020, il Consiglio dei Ministri ha approvato una nuova legge – il Decreto Pelle – che andrà a sostituire la precedente, del lontano 1966. Ai sensi dell’articolo 7 della legge 3 maggio 2019, n. 37 – Legge europea 2018, si stabilisce la disposizione sul corretto uso dei termini “cuoio”, “pelle” e “pelliccia”. Segna in particolare il divieto di uso, delle sopracitate parole, per identificare materiali non derivati da spoglie animali, eliminando la confusione continua nata dai termini ecopelle o vegan leather che generavano un misunderstanding tra azienda e consumatore.
Citando il testo del suddetto decreto legislativo, saranno quindi puniti “la mancanza di etichetta o contrassegno e l’utilizzo di etichetta o contrassegno non conforme ai requisiti richiesti”.
Con la tutela dei prodotti e del Made in Italy, si tutela anche il consumatore che deve conoscere e avere la consapevolezza di ciò che sta acquistando, sottolinea Gianni Russo, Presidente UNIC, che in conclusione afferma: “Questo risultato epocale arriva in un momento difficile, difficilissimo per l’economia della concia italiana e del Paese, ma, proprio per questo, dobbiamo considerarlo un segnale di positività”.
Lanciando, così, un fondamentale e non indifferente accenno di speranza.